Tag Archives: filtri

Arco Della Pace (Long Exposure Stacking)

Come Migliorare Le Esposizioni Lunghe Grazie Allo Stacking

Sovrapposizione di esposizione lunghe (long exposure stacking)

La tecnica della esposizione lunga è molto usata nella fotografia di paesaggio soprattutto per catturare il movimento di nuvole e acqua (mare, lago, torrente). La lunga posa consente di conferire dinamismo allo scatto ed in alcuni casi permette di ammorbidire alcuni dettagli aiutando la lettura della foto.

Se sei pratico delle esposizioni lunghe, ti sarà sicuramente capitato di dover decidere il tempo ottimale di esposizione: non si tratta semplicemente di un intervallo fisso, bensì dipende dalle condizioni meteo e dal tipo di risultato che si vuole ottenere (ad esempio è tipico utilizzare tempi più lenti quando c’è poco vento, e tempi più veloci quando invece il vento è molto forte). Quando si scelgono tempi più lunghi, bisogna poi tenere conto di altri fattori, come ad esempio il fatto che si rinuncia a fare più scatti, oppure al rischio che un piccolo movimento della fotocamera richiederà poi di ripartire da zero magari perdendo il momento ideale di scatto (ad esempio durante alba/tramonto il momento “magico” potrebbe durare poco ed offrire una sola possibilità di scatto lungo).

Da un punto di vista del risultato fotografico infine, avrai certamente notato come all’aumentare del tempo di esposizione (in genere sopra il minuto) si ottiene un incremento della vignettatura e/o del rumore digitale (compresi i famosi “hot pixels”).

Tra le varie opportunità a disposizione per far fronte ai comuni problemi delle esposizione lunghe, esiste una tecnica che può aiutare in taluni casi a migliorare il risultato finale: lo “stacking” (o sovrapposizione) di più esposizioni.

La tecnica dello “stacking” si basa sulla sovrapposizione di diverse foto (ciascuna scattata con la tecnica di esposizione lunga) al fine di ottenere uno scatto il cui effetto finale è quello di simulare un tempo di esposizione molto più lungo degli scatti di partenza (pari circa alla somma dei tempi dei singoli scatti utilizzati per la sovrapposizione).

Manarola (Long Exposure Stacking)

Manarola (Long Exposure Stacking)

Come migliorare le esposizioni lunghe grazie allo stacking: PRO E CONTRO

I vantaggi di tale tecnica sono diversi:

Ridurre il rischio di perdere il momento “magico”: effettuando più scatti di breve durata (anziché uno unico molto lungo) si avranno a disposizione molte più foto.

Ridurre il rischio di dover cestinare lo scatto a causa di un movimento accidentale della fotocamera (dovuto ad un colpo di vento o a un movimento imprevisto del cavalletto ad esempio): facendo più scatti, si cestinerebbe eventualmente solo una frazione delle foto scattate, mentre con una esposizionesingola molto lunga, si sarebbe costretti a ricominciare.

Minimizzare il rischio che un cambio repentino della luce comprometta l’intero lavoro: basta eliminare gli scatti con esposizione sbagliata.

Dosaggio manuale dell’effetto finale: grazie alla disponibilità di diversi scatti, si potrà decidere in fase di sviluppo l’effetto finale, dosando opportunamente (entro determinati limiti) le esposizioni a disposizione. Ad esempio uno scatto da 2 minuti potrebbe essere ottenuto sommando 8 pose da 15 secondi o 4 pose da 30 secondi, mentre senza questa tecnica si avrebbe uno scatto unico da due minuti, senza possibilità di intervento. Se avessimo fatto 8 pose da 15 secondi, potremmo anche scegliere ex-post la durata dello scatto da 15 secondi a 2 minuti a seconda di quanti scatti decidiamo di utilizzare nel processo.

Ridurre il rumore digitale e gli “hot pixels”, perché all’aumentare del tempo di posa il rumore digitale aumenta più che proporzionalmente… quindi utilizzando tempi più brevi si ottiene anche un livello di rumore digitale inferiore.

Ridurre la vignettatura: correggere la vignettatura in uno scatto da 15 secondi è sicuramente più semplice ed efficace che correggere la vignettatura in uno scatto da 2 minuti.

Allungare oltre i limiti normalmente tollerabili il tempo di esposizione.

Riuscire a scattare esposizioni anche molto lunghe pur non avendo a disposizione dei filtri a densità neutra molto “potenti”.

Questa tecnica non ha solo vantaggi, ma ha anche qualche svantaggio che è bene conoscere:

Combinare più scatti in uno, non è generalmente accettato dai concorsi fotografici, quindi l’utilizzo di tale tecnica potrebbe impedirvi la partecipazione ai concorsi con regole più restrittive.

Per ottenere l’effetto equivalente ad una esposizione più lunga, è necessario che i singoli scatti vengano catturati a brevissima distanza l’uno dall’altro, quindi tale tecnica non è propriamente applicabile ove non si riesca a garantire una certa celerità tra uno scatto e l’altro.

L’implementazione di tale tecnica richiede conoscenze fotografiche e di sviluppo più avanzate.

Andiamo a vedere più nel dettaglio come funziona tale tecnica.

Trattandosi di una tecnica basata sulle esposizioni lunghe, daremo per scontate tutte le basi necessarie per scattare esposizioni lunghe (calcolo dei tempi, profondità di campo, iperfocale, filtri, ecc.) ed anche le basi dello sviluppo fotografico (altrimenti l’articolo diventerebbe troppo generico e inutilmente lungo).

Per un eventuale ripasso sulla fotografia di esposizione lunga, si può utilizzare come riferimento questo articolo: la tecnica della esposizione lunga

Passiamo ora ad un esempio pratico di applicazione di tale tecnica, analizzando i vari passi di implementazione.

Passo 0: Attrezzatura / Accorgimenti

Prima di elencare l’implementazione è necessario essere sicuri di avere tutta l’attrezzatura necessaria e prendere le precauzioni del caso.

Faccio una veloce lista (escludendo ovviamente macchina fotografica ed obiettivo…):

Cavalletto: quando si lavora con le esposizioni multiple (al di là dei tempi lunghi) è impensabile scattare senza cavalletto. Per quanto si abbia una mano ferma, è impossibile avere una foto di qualità quando si usano tempi superiori al secondo scattando a mano libera. Il cavalletto deve essere solido, ben stabile, con una testa che serri bene la fotocamera e con piedini ben saldi.

Telecomando (opzionale, ma consigliato): il telecomando aiuta a ridurre i movimenti della macchina in fase di scatto, per cui ne è consigliato il suo utilizzo sempre. Ancora meglio nel caso di comando di scatto remoto con intervallometro per poter agevolmente lavorare con esposizioni sopra i 30 secondi (se necessario).

Filtri a densità neutra (Filtri Neutral Density) (opzionali): ne esistono di diversi tipi e qualità, entrare nel dettaglio di cosa sono e come si usano è fuori dallo scopo di questa guida. Per chi non li conosce, basti sapere che si tratta di una tipologia di filtri che consente ridurre l’arrivo della luce verso il sensore, consentendo così di aumentare il tempo di esposizione. L’uso non è chiaramente indispensabile, dipende dalle condizioni di luce. Per approfondimenti sui filtri, si rimanda a questo articolo: Filtri A Densità Neutra.

Livella (elettronica o in plastica da applicare sulla slitta flash) (opzionale): per essere sicuri di scattare foto con orizzonte allineato.

Stabilità: assicurarsi di aver posizionato il cavalletto su un terreno stabile (ad esempio evitare sabbia e mattonelle mobili) e non su punti di passaggio. Anche questo accorgimento serve per lavorare meno in fase di sviluppo o per evitare di cestinare lo scatto.

La misurazione della corretta esposizione è fondamentale per ottenere risultati soddisfacenti. Per avere un suporto per misurare l’esposizione con e senza filtro sono a disposizione diverse applicazioni (anche per cellulare) o tabelle che vi consentono di calcolare velocemente i tempi di esposizione aggiungendo i filtri o cambiando le impostazioni. In questa guida si possono trovare diversi suggerimenti e tabelle che possono aiutare nel calcolo della esposizione corretta: La Tecnica Della Esposizione Lunga.

Passo 1: Composizione E Gamma Dinamica

La composizione chiaramente è fondamentale per una buona riuscita di qualunque foto. Una volta decisa la composizione è necessario mettere a fuoco con cura. Si consiglia di utilizzare la messa a fuoco manuale e il “live view” (ove disponibile) per mettere a fuoco in maniera accurata ed evitare che la messa a fuoco cambi tra uno scatto e l’altro. Scegliere un diaframma che consenta di avere una buona nitidezza (ciascuna lente è diversa ed ha diaframmi in cui offre una nitidezza migliore, solitamente i valori tra f/8 e f/11 sono quelli consigliati).

Dopo aver composto e messo a fuoco, è importante misurare la gamma dinamica della scena: utilizzare l’istogramma per assicurarsi di avere una esposizione corretta e coprire tutte tonalità di luce della scena. Nel caso in cui un singolo scatto non sia sufficiente per coprire tutta la gamma dinamica, potrebbe essere opportuno effettuare degli scatti in bracketing.

Prima di effettuare gli scatti finali, assicurarsi di aver misurato il tempo di esposizione corretto per quei dettagli da catturare con l’esposizione lunga. E’ fondamentale anche verificare che le foto siano effettivamente con la profondità di campo e nitidezza desiderata.

Pianificare con cura prima di catturare le esposizioni lunghe, perché non deve passare troppo tempo dagli scatti in bracketing a quelli di esposizione lunga… sia per evitare che la luce cambi troppo, sia per evitare di fare esperimenti inutili montando filtri e cambiando impostazioni a caso (rischiando così di perdere il momento o di spostare anche leggermente la macchina).

Passo 2: Scatto In Bracketing Di Tutta La Scena

Nel Passo 1 sono stati determinati i parametri di scatto delle esposizioni in bracketing, per cui impostare la macchina con:

  • Bracketing
  • Scatto continuo
  • Timer di autoscatto di almeno 2 secondi
  • Sollevamento specchio

Effettuare quindi i primi scatti per catturare la gamma dinamica complessiva.

Ecco gli scatti in bracketing dell’esempio:

Scatti In Bracketing (Long Exposure Stacking)

Scatti In Bracketing (Long Exposure Stacking)

Passo 3: Scatto Delle Esposizioni Lunghe

Subito dopo aver completato gli scatti in bracketing, si può procedere ad effettuare i vari scatti di esposizione lunga per catturare i diversi colori, il movimento e/o escludere gli elementi di disturbo.

In questo passo è necessario determinare il tempo di esposizione che possa offrire poi flessibilità in fase di sviluppo. Non è facile determinare con esattezza prima dello scatto quale sarà il tempo corretto, anche perché dipende non soltanto dai gusti personali, ma anche dalle condizioni ambientali e di luce. Solitamente si consigliano tempi tra i 30s e i 2m.

Utilizzare filtri se necessario e scegliere le impostazioni che garantiscono la massima nitidezza del soggetto (attenzione ad usare diaframmi “nitidi” per la lente a disposizione e mettere a fuoco con cura utilizzando se possibile l’iperfocale).

Nell’esempio è stato utilizzato un tempo di 120s e sono stati eseguiti in tutto 6 scatti. Per esporre 120s, è utilizzato un filtro ND1000.

Sei Scatti Di Esposizione Lunga

Sei Scatti Di Esposizione Lunga

Passo 4: Verifica Degli Scatti

Prima di spostare la macchina fotografica, provare a verificare che tutti gli scatti siano a fuoco ed esposti correttamente. In caso di errori, purtroppo bisognerà rifare gli scatti.

Passo 5: Preparazione Degli Scatti (Facoltativo)

Arrivati a questo punto le foto sono state scaricate sul computer.

Sarebbe cosa buona procedere su tutti gli scatti (ove necessario) con le correzioni comuni per macchine e lenti, onde eliminare distorsioni geometriche e/o vignettatura.

Passo 6: Postproduzione Degli Scatti Effettuati In Bracketing

Per prima cosa si suggerisce di lavorare gli scatti effettuati in bracketing cercando di omogeneizzare la gamma dinamica dell’intero scatto (tenere da parte per ora le esposizioni lunghe).

Ci sono diversi modi di fondere le esposizioni in bracketing, ciascuno può utilizzare il proprio metodo preferito.

Si consiglia la fusione HDR di Adobe Lightroom o Adobe Camera Raw (il risultato sarà identico per entrambi i software a parità di versione) perché consente di ottenere dei risultati molto naturali.

La fusione in HDR in questo esempio servirà come base per avere l’illuminazione corretta sul pavimento e sull’arco, su cui poi verrò fuso il cielo dell’esposizione lunga.

Passo 7: Postproduzione Delle Esposizioni Lunghe

Dopo aver preparato lo scatto di base è necessario fondere le esposizioni lunghe tra loro per ottenere l’effetto desiderato (che è molto soggettivo e dipende dai gusti personali).

Per questa parte del procedimento si consiglia di utilizzare Adobe Photoshop e precisamente la fusione di livelli in sovrapposizione: Files -> Scripts -> Load Files into Stack… (File -> Automazione -> Carica File In Serie…)

Adobe Photoshop: Caricamento Files In Serie

Adobe Photoshop: Caricamento Files In Serie

In particolare accertarsi di aver selezionato la casellina per trasformare tutte le immagini importate in uno Smart Object (Oggetto Avanzato), così da poter intervenire in seguito sulla diversa modalità di sovrapposizione (stacking):

Adobe Photoshop: Oggetto Avanzato

Adobe Photoshop: Oggetto Avanzato

A questo punto in Photoshop sarà presente un unico livello contenente tutte le immagini sovrapposte. Per poter sommare le immagini come se fosse stata fatta una unica esposizione lunga della somma di tutte, è necessario cambiare la modalità di sovrapposizione, cambiandola in sovrapposizione Media: Layer -> Smart Objects -> Stack Mode -> Mean (Livello -> Oggetto Avanzato -> Fusione -> Media)

Adobe Photoshop: Sovrapposizione Media

Adobe Photoshop: Sovrapposizione Media

Il risultato ottenuto sarà più o meno il seguente:

Risultato Sovrapposizione

Risultato Sovrapposizione

Come si può notare l’effetto delle nuvole nel cielo si è molto ammorbidito rispetto alle singole esposizioni, ottenendo così (più o meno) lo stesso effetto che sarebbe stato ottenuto da un’unica esposizione di 12 minuti (120s x 6).

Soluzione alternativa per lo stacking:

Ci sono altri modi per ottenere lo stesso risultato senza la funzione automatica di stacking, basta sovrapporre manualmente i livelli dal primo all’ultimo ma variando il grado di opacità.

La regola è la seguente: per ogni livello la percentuale di opacità sarà data questa regola: 100% / Numero Livello (contando i livelli partendo dal basso)

Quindi supponendo di aver numerato i livelli da 1 a 6 (avendo in questo caso sei esposizioni) e avendo messo il numero 1 in basso e tutti gli altri a seguire fino al numero 6 in cima, le percentuali di opacità saranno queste:

  • Livello 1: 100%
  • Livello 2: 50%
  • Livello 3: 33%
  • Livello 4: 25%
  • Livello 5: 20%
  • Livello 6: 17%

Il risultato finale sarà molto simile a quello ottenuto tramite lo stacking medio della funzione integrata in Photoshop.

Passo 8: Fusione Delle Due Foto

A questo punto del processo saranno disponibili due immagini:

  1. Immagine con l’intera gamma dinamica (quella ottenuta nel Punto 6)
  2. Immagine con l’effetto esposizione lunga sulle nuvole (quella ottenuta nel Punto 7)

Per ottenere l’immagine definitiva bisogna fondere la seconda sulla prima in maniera selettiva per poter mantenere la gamma dinamica corretta su tutta la foto. Le modalità per effettuare questa fusione sono diverse, in questo esempio è stata effettuata una fusione manuale tramite maschere di luminosità (Luminosity Masks).

Ci sono molti tutorial in rete che possono aiutare in questo ultimo passo, nel caso servano indicazioni.

Passo 9: Sviluppo Finale

A questo punto il compito residuale è quello di lavorare l’immagine a proprio gusto. Nell’esempio sono stati usati 5 scatti per l’esposizione lunga nel cielo e il bracketing per il primo piano (statico), per un’esposizione complessiva di 10 minuti):

Arco Della Pace (Long Exposure Stacking)

Arco Della Pace (Long Exposure Stacking)

Ecco altre immagini ottenute con la stessa tecnica:

 

Rips Of Darkness (Long Exposure Stacking)

Rips Of Darkness (Long Exposure Stacking)

The Magic Of Punta Aderci (Long Exposure Stacking)

The Magic Of Punta Aderci (Long Exposure Stacking)

Su Digital Photography School è presente la versione in inglese di questo articolo: How To Improve Your Long Exposure With Stacking

Attrezzatura Per Esposizioni Lunghe

Filtri A Densità Neutra

Ho pensato di preparare questa guida sui filtri a densità neutra perché adoro la fotografia di paesaggio ed in particolare la tecnica di esposizione lunga. Grazie all’utilizzo di tempi lunghi, in alcuni casi si riesce a conferire dinamicità alle scene. Fino a qualche anno fa i filtri a densità neutra non erano molto diffusi, ma oggi vengono comunemente utilizzati da un numero di fotografi sempre maggiore.

Filtri A Densità Neutra

I filtri a densità neutra o neutral density (dall’inglese) o ND, sono dei filtri fotografici che consentono di aumentare il tempo di esposizione in fase di scatto o semplicemente di compensare zone con diversa esposizione (nel caso dei filtri ND graduati).

Nella maggior parte dei casi questi filtri vanno posizionati davanti la lente frontale, ma ci sono anche dei filtri che possono essere posizionati nella parte posteriore degli obiettivi.

I filtri ND possono essere circolari a vite oppure a lastra. Nel caso di filtri a lastra, è necessario un supporto portafiltri (dall’inglese holder) per poter montare i filtri davanti la lente. Anche se un paio di amici fotografi preferiscono utilizzare il nastro isolante nero anziché un portafiltri!

Inoltre possono essere interamente con la stessa densità, oppure possono essere graduati sia progressivamente che in maniera netta o anche con gradazione invertita (reverse, più adatti per albe e tramonti).

Intensità E Densità Dei Filtri

I filtri a densità neutra (ND) hanno questo nome perché filtrano la luce grazie ad una maggiore densità del filtro, questa densità però è di tipo neutrale, ossia non aggiunge (o almeno non dovrebbe aggiungere) dominanti cromatiche (in pratica non dovrebbe alterare i colori).

Esistono diverse filtri ND di diversa densità e comunemente vengono utilizzate tre diverse misure di riferimento:

  • La densità vera e propria: solitamente un valore di 0.3 equivale ad uno stop di luce
  • Il fattore moltiplicativo: esprime per quale fattore bisogna moltiplicare l’esposizione di base senza filtro per ottenere una foto esposta allo stesso modo
  • Il numero di stop di luce

Purtroppo non sempre la densità è tarata a dovere (soprattutto per i filtri non rivestiti o non “multi coated”) ed i valori di riferimento possono offrire indicazioni non precisissime. Per questo è buona norma fare dei test appena si acquista un filtro per capire se la taratura è corretta o meno, soprattutto per quei filtri a densità molto elevate (sopra i 6 stop di luce).

Fino a qualche anno fa in rete si faceva molta fatica a trovare dei riferimenti validi sui filtri ND, oggi sicuramente non è più così perché si sono molto diffusi e se ne trovano sempre più modelli. L’idea di fare questa mini guida è nata proprio dalle difficoltà che incontrai qualche anno fa quando decisi di comprare il mio primo filtro ND… da quel momento per me si è aperto un nuovo mondo e ne ho testati di almeno 10 marchi diversi.

Cerchiamo di spiegare cos’è il fattore moltiplicativo che è associato praticamente a tutti i filtri ND.

La teoria fotografica spiega che gli f/stop (o più semplicemente stop) sono l’unità di misura convenzionale per misurare l’intensità di luce assorbita dal sensore/pellicola: partendo da un valore di riferimento, si definisce 1 stop di luce una quantità di luce doppia (o dimezzata, nel caso in cui volessimo ridurre la luce) rispetto al valore di partenza. Per ogni combinazione di variabili di base (tempo, diaframma, ISO) esistono delle regole per modificare i singoli valori in termini di f/stop.

Per ciascuna variabile la relazione è la seguente (chiedo scusa per chi conosce già alla perfezione queste regole, ma un ripasso per i meno esperti può essere utile):

  • Diaframma: il concetto di f/stop è nato proprio dalla teoria matematica sul diaframma. Si tratta di una misura “adimensionale” ossia relativa/confrontabile che consente di misurare l’intensità di luce che arriva al sensore senza dipendere dalla lunghezza focale o dalla marca dell’obiettivo. Da questa formulazione matematica f/stop non è altro che il rapporto tra lunghezza focale ed il diametro di apertura del diaframma (da cui entra la luce). La regola vuole che gli f/stop si incrementino in termini di radice quadrata di 2. Per questo la sequenza di aperture di diaframma che corrispondono agli f/stop “interi” sono le seguenti (fino a f/22): 1, 1.4, 2, 2.8, 4, 5.6, 8, 11, 16, 22, ecc.
  • ISO: i valori “interi” di ISO partono tendenzialmente da 100 (alcune macchine hanno anche 50) e raddoppiando si ottiene l’aumento di 1 f/stop equivalente. Così se stiamo scattando ad ISO 100 e vogliamo aumentare di 2 f/stop l’esposizione senza cambiare Tempo e Diaframma, dovremmo aumentare gli ISO a 400 (100 x 2 x 2). Questi sono i valori di riferimento “interi” di ISO fino a 12800: 50, 100, 200, 400, 800, 1600, 3200, 6400, 12800. Come vedete incrementano sempre raddoppiando.
  • Tempo di esposizione: prendendo come riferimento 1sec (un secondo), l’equivalenza rispetto agli f/stop vale con la stessa regola degli ISO, ossia moltiplicando (o dividendo) per 2 si ottiene l’aumento (o la diminuzione) della quantità di luce equivalente ad un f/stop. Sempre per fare degli esempi, se stiamo scattando ad 1sec e vogliamo aumentare di 2 f/stop l’esposizione senza intervenire su ISO e Diaframma, dovrò cambiare il tempo di scatto a 4sec (1sec x 2 x 2). Viceversa, se volessi ridurre l’esposizione di 3 f/stop, dovrei scattare a 1sec/8 (1sec / 2 / 2 / 2).

Per comodità allego alcune tabelle di riferimento che ho preparato.

Tabella 1: Calcolo tempi di scatto per diversi valori di f/stop - Filtri A Densità Neutra

Tabella 1: Calcolo tempi di scatto per diversi valori di f/stop – Filtri A Densità Neutra

Tabella 2: Relazione tempi e diaframmi - Filtri A Densità Neutra

Tabella 2: Relazione tempi e diaframmi – Filtri A Densità Neutra

Tabella 3: Densità dei vari filtri - Filtri A Densità Neutra

Tabella 3: Densità dei vari filtri – Filtri A Densità Neutra

Tabella 4: Tempi di scatto per i filtri a densità neutra più diffusi

Tabella 4: Tempi di scatto per i filtri a densità neutra più diffusi

Tornando finalmente ai filtri ND (scusate ma era dovuto questo ripasso), la convenzione vuole che l’intensità dei filtri ND si misuri in termini di fattore moltiplicativo del tempo di esposizione. Per questo motivo troverete quasi sempre un numero di riferimento di questo tipo: ND8, ND64, ND1000. Come si usano questi numeri? Molto semplice… basta prendere come riferimento il tempo di scatto senza filtro per come volete esporre e moltiplicarlo per questo fattore. Così ad esempio, se avessimo un filtro ND8 e senza filtro il mio tempo di esposizione è 1sec, applicando il filtro il mio tempo diventerebbe 8sec. Perché usare questa metodologia di calcolo e non invece affidarsi all’esposimetro della nostra macchina? Semplice, perché all’aumentare della densità del filtro, o comunque al diminuire della luce, la macchina fa molta fatica a rilevare correttamente l’esposizione… è molto più veloce e affidabile usare questo tipo di calcolo (sempre che il vostro filtro ND sia tarato correttamente).

Ecco una lista dei fattori moltiplicativi dei filtri ND più comuni che si trovano in commercio:

  • ND0.3 o ND2 (-1 f/stop): questo filtro è molto lieve, viene usato molto raramente. Per calcolare il tempo di scatto, basterà moltiplicare l’esposizione di base senza filtro per 2 (2^1 = 2).
  • ND0.6 o ND4 (-2 f/stop): come il filtro precedente anche questo è piuttosto lieve e raramente usato. Per calcolare il tempo di scatto, basterà moltiplicare l’esposizione di base senza filtro per 4 (2^2 = 4).
  • ND0.9 o ND8 (-3 f/stop): probabilmente i filtri ND8 sono tra i più comuni in commercio, perché sono un ottimo compromesso tra tempi, nitidezza e assenza di dominanti cromatiche. Questi filtri sono molto utilizzati nei crepuscoli o con cielo nuvoloso. Per calcolare il tempo di scatto, basterà moltiplicare l’esposizione di base senza filtro per 8 (2^3 = 8).
  • ND1.2 o ND16 (-4 f/stop): intensità medio/bassa, filtro raramente utilizzato. Per calcolare il tempo di scatto, basterà moltiplicare l’esposizione di base senza filtro per 16 (2^4 = 16).
  • ND1.8 o ND64 (-6 f/stop): filtro di intensità media, uno dei filtri più utilizzati da chi ama le esposizioni lunghe. Solitamente viene utilizzato a ridosso di alba o tramonto per avere esposizioni tra gli 8sec e i 2min (a seconda delle impostazioni). Per calcolare il tempo di scatto, basterà moltiplicare l’esposizione di base senza filtro per 64 (2^6 = 64).
  • ND3.0 o ND1000 (-10 f/stop): il filtro probabilmente più amato da chi adora le esposizioni lunghe, perché consente di utilizzare tempi lunghi anche in pieno giorno. Assieme ai filtri ND8 e ND64, è uno dei filtri più diffusi e solitamente costituiscono (tutti e 3) il kit base per chi fa fotografia di paesaggio ed ha spesso bisogno di variare il tempo di esposizione senza compromettere diaframmi e ISO. Per calcolare il tempo di scatto, basterà moltiplicare l’esposizione di base senza filtro per 1024 (2^10 = 1024). Per comodità il fattore è stato arrotondato a 1000, ma il valore corretto è 1024.

I filtri ND si possono anche sovrapporre per moltiplicare l’effetto, per cui se ad esempio sovrapponessimo un filtro ND8 su un filtro ND4, otterremo l’equivalente di un filtro ND32 (8 x 4 = 32)… insomma, bisogna imparare a memoria le potenze del 2.

Varie tipologie di filtri

Filtro ND Circolare

Probabilmente i filtri ND di tipo circolare sono quelli più diffusi anche se recentemente i filtri a lastra stranno prendendo il sopravvento. I filtri di tipo circolare hanno una filettatura e si avvitano direttamente sulla parte frontale degli obiettivi. Per questo motivo è opportuno scegliere filtri che abbiano un diametro compatibile con le lenti a disposizione. Se si dispone di più lenti con diametri diversi, è consigliabile acquistare un sistema a lastre, oppure comprare i filtri circolari con il diametro della lente più grande e poi acquistare a parte degli adattatori per poterli montare anche sulle lenti più piccole.

Ecco i 3 filtri più diffusi come densità: ND0.9, ND1.8 e ND3.0

Haida ND0.9 PRO II

Haida ND0.9 PRO II

Haida ND1.8 PRO II

Haida ND1.8 PRO II

Haida ND3.0 PRO II

Haida ND3.0 PRO II

Filtro Graduato A Lastra

Ci sono alcune lenti sulle quali non è possibile montare filtri a vite, perché hanno la parte frontale a “bulbo” (tipicamente si tratta di lenti ultragrandangolari o fisheye), in questo caso è necessario dotarsi di filtri specifici per tali lenti che possono essere sia frontali che posteriori (vanno montati tra il sensore e l’attacco della lente).

Non solo… i filtri a lastra vengono scelti anche per la loro maggiore qualità (in media) e per la loro flessibilità, perché basta acquistare un diverso anello adattatore per il portafiltri e possono essere utilizzati su qualunque lente con filettatura. Per le lenti a bulbo i portafiltri sono specifici (tranne casi eccezionali), ma in alcuni casi esistono convertitori per poterli montare anche tramite la filettatura.

Esistono diverse tipologie di filtri a lastra:

  • Filtri a densità neutra (ND)
  • Filtri a densità neutra graduata con gradazione morbida (GND Soft)
  • Filtri a densità neutra graduata con gradazione media (GND Medium)
  • Filtri a densità neutra graduata con gradazione dura (GND Hard)
  • Filtri a densità neutra graduata con gradazione invertita (GND Reverse)
Diverse Gradazioni Dei Filtri

Diverse Gradazioni Dei Filtri

Ecco qualche esempio dei filtri graduati a lastra più diffusi:

Haida ND3.0 100mm

Haida ND3.0 100mm

Haida ND1.8 100mm

Haida ND1.8 100mm

Haida ND0.9 100mm

Haida ND0.9 100mm

Haida ND0.3 100mm

Haida ND0.3 100mm

Haida GND Soft 100mm

Haida GND Soft 100mm

Haida GND1.2 Soft 100mm

Haida GND1.2 Soft 100mm

Haida GND0.9 Soft 100mm

Haida GND0.9 Soft 100mm

Haida GND0.6 Soft 100mm

Haida GND0.6 Soft 100mm

Haida GND0.6 Reverse 100mm

Haida GND0.6 Reverse 100mm

Haida GND1.2 Hard 100mm

Haida GND1.2 Hard 100mm

Haida GND0.9 Hard 100mm

Haida GND0.9 Hard 100mm

Haida GND0.6 Hard 100mm

Haida GND0.6 Hard 100mm

Haida GND0.3 Hard 100mm

Haida GND0.3 Hard 100mm

 

Portafiltri / Holder

Per poter montare i filtri a lastra è necessario un portafiltri, ne esistono di diverse marche e tipo.

Alcune immagini dimostrative:

Haida Holder 100Pro vs Haida Holder 100

Haida Holder 100Pro vs Haida Holder 100

Haida Holder 100Pro

Haida Holder 100Pro

NiSi Holder v5Pro

NiSi Holder v5Pro

Per eventuali approfondimenti sui portafiltri si rimanda ad altri articoli:

Haida Holder 100-Pro Series

NiSi V5 Holder Setup

 

Varie Marche Di Filtri

Queste sono alcune marche che producono filtri ND tra i più conosciuti (ovviamente ce ne sono molti altri):

  • B+W / Schneider Optics : di questa marca ho utilizzato lo storico ND110 (che in realtà è un ND1000) per un paio d’anni, ed ha una dominante cromatica magenta/marrone. Per molti anni è stato il filtro ND più diffuso, perché nessuna altra marca produceva un filtro di tale densità di pari qualità.
  • Breaktrhough: nessuna esperienza d’uso.
  • Cokin: li ho provati all’inizio, ma non mi hanno convinto principalmente per le dominante cromatiche e la resina almeno apparentemente di bassa qualità.
  • Formatt-Hitech / Lucroit: provati solo ad eventi fotografici, nessuna esperienza d’uso continuativa.
  • Haida: sono i filtri che ho usato di più in assoluto per l’ottimo rapporto qualità/prezzo, ho provato sia le versioni NanoPro che PRO II MC che le versioni di base a vite, ma anche le versioni a lastra, sia i primi usciti che la versione NanoPro MC. Soprattutto le ultime versioni non hanno alcuna marcata dominante cromatica (nelle precedenti era presente una lieve dominante magenta).
  • Heliopan: marchio molto conosciuto per filtri CPL, ma che produce anche filtri a densità neutra.
  • Hoya: una delle marche più diffuse fino a qualche anno fa, ho provato l’ND400 a vite per qualche mese, ma non mi ha soddisfatto per niente, ha una dominante cromatica blu/verde piuttosto accentuata.
  • Kase: marchio recente, che però non li ho mai provati personalmente.
  • Kood: marca che produce filtri piuttosto economici.
  • Lee: per anni Lee è stato il marchio più diffuso tra i fotografi di paesaggio, grazie al famosissimo Lee Big Stopper (formato a lastra), da molti ritenuto il migliore fino a qualche anno fa, data la sua forte dominante cromatica blu, negli ultimi anni altri marchi hanno guadagnato quote di mercato producendo filtri con minori dominanti.
  • NiSi: marchio di nascita recente, ma di qualità veramente eccezionale sia in termini di vignettatura che di dominanti cromatiche.
  • Singh-Ray: provati solo ad eventi fotografici, nessuna esperienza d’uso continuativa.
  • SRB-Griturn
  • Tiffen: marchio piuttosto conosciuto, produce filtri da molti anni, ho potuto provare soltanto filtri UV (veramente di qualità eccezionale), ma mai filtri ND.
  • Wine Country: marchio piuttosto recente, provato ad un recente Photokina, l’holder sembra di ottima qualità

Ho provato anche dei filtri senza marca di tipo ND8, però onestamente non mi hanno molto entusiasmato… sono l’ideale perché si trovano su eBay a 15 euro spese di spedizione incluse, ma hanno forte dominante cromatica anche essendo solo ND8.

Per chi cerca un kit con un buon rapporto qualità/prezzo e non vuole spendere molto per iniziare, consiglio Haida:
Kit 3 filtri Haida ND8, ND64 e ND100 versione PRO II su eBay (diametro 77mm)

Esistono anche in commercio dei filtri con gradazione regolabile… vi prego… fatelo per il vostro bene, non cascate in questa trappola… li vendono per regolabili tra ND2 e ND400, ma a parte il fatto che non si capisce mai come impostare l’esposizione e va fatto a mano… già dopo ND8 circa si cominciano a vedere delle macchie nelle foto perché il filtro non “filtra” (scusate il gioco di parole) bene la luce… insomma, rischiate di rovinare il sensore, per cui evitateli. Se li comprate perché attratti dal basso prezzo… io vi avevo avvisato!

Concludo l’articolo citando anche le famose lastre per saldatura: conosco molti che con pochi euro sono riusciti a farsi un filtro con queste lastre. Tentar non nuoce… ma ricordatevi in questo caso di fissare tale lastra con il nastro isolante sulla lente, prestando attenzione a non lasciare fessure. L’unico inconveniente è che se prendete quelle a tonalità verde, sarà quasi impossibile rimuovere la dominante cromatica in fase di sviluppo… mentre se trovate dei vetri a densità quasi neutra siete fortunati. Chiaramente questa “pratica” non viene ormai più usata, data la facile reperibilità di filtri di ottima qualità a prezzi accettabili… ma qualche anno fa vi assicuro che in molti ne hanno fatto ricorso. :-)

Confronto Tra Diversi Filtri

Un po’ di tempo fa ho effettuato un confronto tra diversi filtri a densità neutra di diverse marche, trovate l’articolo in inglese a questo link: Lee, NiSi And Haida Neutral Density Filters: Tests On Color Cast, Calibration And Vignetting